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La storia di Mario Tratto da una reale storia clinica. Anno 2014

Mario arriva in consultazione lamentando diversi disturbi legati all’ansia. Fatica ad addormentarsi oppure si risveglia frequentemente durante la notte e ha momenti durante la giornata in cui si ritrova con “il cuore in gola”, forte sudorazione, senso di vertigine, da qualche settimana.

Di sé dice “Non mi era mai capitato prima, mi sembra di impazzire”. Mario svolge un lavoro su turni da un lungo periodo, lavoro di cui è molto fiero, ed è in una relazione di convivenza da circa cinque anni con una donna, a seguito di un matrimonio ventennale. Di lei racconta di un’iniziale complicità ma attualmente di una situazione di stallo e “senso di compressione”: “Lei pretende e continua a farmi richieste sia economiche, sia riguardo una mia maggiore presenza in casa; ad esempio a me piace molto leggere ma se mi prendo questi spazi per me nei miei momenti di riposo è un continuo lamento”.

L’ansia grida quando non ci sentiamo liberi di esprimerci, di dire la nostra, di realizzare una parte di noi.

Chiedo a Mario se la compagna sappia del suo malessere e del fatto che lui abbia ritenuto opportuno chiedere aiuto ad uno specialista; mi dice di no e riflettiamo sulle possibilità che renderlo esplicito sia un inizio per rendere la comunicazione più distesa. Anche attivare qualche piccola strategia di negoziazione, pensando a qualche attività da fare insieme, senza escludere totalmente la compagna dalle proprie passioni, potrebbe aiutare a distendere il clima. Tutto ciò, senza naturalmente negarsi dei momenti per sé. Ognuno di noi ha necessità di avere il proprio spazio sacro.

Mario accetta di fare questi tentativi, ma mi chiede se nel frattempo abbia qualche strumento pratico da suggerirgli per lavorare su di sé. Gli propongo allora, dopo aver consultato il proprio medico di base, l’assunzione di un integratore a base di melatonina che lo aiuti nel regolare il ritmo sonno-veglia e l’apprendimento di una tecnica di rilassamento come impegno per sé stesso e come attività per ridurre il livello di stress  e attivazione dell’organismo e ritrovare uno stato di calma nei suoi momenti più negativi.

Nell’attività clinica considero il T.A. (training autogeno, leggi l’articolo) come uno strumento “da mettersi in tasca” e tirare fuori nei momenti più opportuni; offre alle persone che scelgono di avvalersi di questa tecnica la possibilità di riappropriarsi della sensazione di essere efficaci nelle azioni quotidiane, traendone effetti positivi sul proprio stato emotivo e sulla propria autostima.

Dopo circa due mesi di pratica del T.A. e di assunzione dell’integratore, accordato dal medico, i disturbi del sonno di Mario, anche causati dal suo lavoro, sono completamente spariti; non si sono più verificati risvegli o difficoltà ad addormentarsi, e la qualità del sonno è migliorata. Il T.A. ha aiutato Mario ad esplicitare alla compagna la necessità di prendere del tempo per sé, a diminuire la soglia di attivazione e gradualmente ridurre gli episodi ansiosi fino alla loro scomparsa.

Mario ha inoltre intrapreso un cammino di approfondimento spirituale e meditativo in cui ha cominciato a coinvolgere la compagna. Permangono alcune difficoltà nella coppia per cui hanno scelto di lavorarci con un terapeuta adeguatamente preparato.

D.ssa Elena Tigli

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