Sulla porta dello studio: preoccupazione per la salute, emozioni e rilassamento
Quando Gloria arriva in studio, ad ogni seduta il suo volto perennemente contratto parla più delle sue parole. La sua definizione per eccellenza del mondo che la circonda è “è tutto uno schifo”. Un sentimento di perenne insoddisfazione che le fa vedere “tutto nero”, come se ogni situazione, persona, mansione professionale non corrispondesse ai suoi desideri ed aspettative.
Gloria è una giovane donna dall’intelligenza spiccata, dalla preparazione culturale eccellente che si esprime nel ruolo aziendale che svolge, e con un forte utilizzo della sua parte cognitiva. Ed insieme a tutto questo porta una grande difficoltà a “dire” delle sue emozioni, a riconoscersele e viverle appieno, a meno che non si trovi all’interno di una relazione affettiva sufficientemente protettiva e soddisfacente.
Quando questo non accade e le emozioni che prova non sono riconosciute dall’altro, i pensieri ed i rimuginii prendono il sopravvento, assumendo la forma di autentiche ossessioni.
A quel punto Gloria si ritrova ad essere costantemente preoccupata per la propria salute, tanto da convincersi di avere una malattia potenzialmente mortale. Vive in uno stato di costante allarme, attuando comportamenti di ripetuto controllo del proprio corpo alla ricerca di segni di malattia e richiedendo al proprio medico curante esami clinici di ogni tipo a conferma della malattia stessa; se il medico di base non glieli prescrive, arriva a spendere cifre importanti nella sanità privata. Tutto ciò viene vissuto con una forte ansia, che crea compromissioni importanti nell’area lavorativa e sociale. Ogni pensiero, ogni minuto, è dedicato al tentativo spasmodico di dare una risposta, un nome, ai disturbi che sente: ecco allora che gran parte del suo tempo durante il giorno è dedicato alla visione di filmati, pagine internet, articoli di giornale che hanno come oggetto di discussione la salute e le possibili patologie. Gloria è perfettamente consapevole di quanto tutto questo la limiti, e col tempo ed il sostegno psicologico impara a comprendere che la sua necessità di “morire” virtualmente è strettamente correlata al suo bisogno di “rinascere”, esprimendo liberamente sia ciò che sente sia ciò che é, non nascondendo più la sua identità sessuale nei confronti del mondo che la circonda e concentrando più tempo sulle sue passioni extra – professionali.
Nel momento in cui la sua ansia cala, la proposta di una tecnica di rilassamento la lascia disorientata: Gloria pensa di non essere in grado di “sentire” alcuna emozione, addirittura pensa di non riuscire a sentire il suo corpo che così spesso le manda segnali totalmente illusori.
Il training autogeno però, a differenza delle tecniche ipnotiche, le cui sensazioni sono attivamente indotte dal terapeuta senza necessariamente produrre nel paziente il rilassamento profondo, ha lo scopo di far raggiungere attraverso lo stato autogeno, ovvero “spontaneamente prodotto” con l’allenamento costante, proprio un maggiore controllo del corpo ed una maggiore consapevolezza di sé.
Come conseguenza di ciò, si sviluppano spontaneamente modificazioni psichiche e somatiche di senso opposto a quelle provocate nella mente e nel corpo da uno stato di tensione, di ansia, di stress. Si percepiscono e si determinano, infatti, distensione muscolare e rilasciamento viscerale, sensazione di calore nel corpo, regolarizzazione funzionale, stato di calma, di benessere, di pace interiore. Nella sequenza “di base” o “inferiore” di esercizi, si lavora a livello corporeo, inducendo pesantezza e calore, portando attenzione al battito cardiaco, al respiro, alla muscolatura, come pure al plesso solare, alla fronte, al viso… Questo permette col tempo di controllare l’emotività e rendendo possibile la regressione di molti disturbi, in particolar modo di tipo somatico.
Al primo tentativo, la sorpresa di Gloria nel riuscire per qualche minuto a sentire uno stato di calma interiore, è commovente per lei, e lo è anche per me. Non c’è spazio per pensieri negativi intrusivi ed ossessioni; solo Gloria, il suo corpo e il suo benessere.
Il Training Autogeno continua oggi ad aiutarla, proprio come uno strumento pratico “da tenersi in tasca”, a centrarsi su di sé e ritrovarsi nei momenti in cui si trova in difficoltà.
Il suo percorso prosegue, con momenti di sporadico ottimismo su cui ironizza volentieri e la sensazione di aver intrapreso un percorso di cambiamento ed evoluzione personale, a cui fino a quel momento non aveva pensato.
D.ssa Elena Tigli
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